C’è un giorno speciale, poco noto ma di una bellezza disarmante, che attraversa i confini dei continenti e unisce culture, tradizioni e futuri possibili: il 21 marzo, giornata che non segna soltanto l’arrivo della primavera, ma anche la Giornata Mondiale del Legno. Una ricorrenza che ci invita a fermarci un attimo, respirare l’odore caldo della resina e riflettere su quanto il legno sia presente nella nostra vita, in modo silenzioso ma determinante. Non si tratta soltanto di tavoli o sedie, di travi e parquet, ma di un mondo che affonda radici profonde nella storia dell’uomo e si proietta con forza verso le sfide ambientali del nostro tempo.
La Giornata Mondiale del Legno è nata in Tanzania nel 2013, grazie a un’iniziativa che ha riunito artigiani, studiosi, industrie e semplici appassionati per celebrare un materiale tanto umile quanto straordinario. Da allora, la ricorrenza è cresciuta e oggi coinvolge artisti, educatori, hobbisti e intere comunità che trovano nel legno un punto di incontro tra cultura, economia e sostenibilità.
Il legno è un biomateriale per eccellenza: nasce dagli alberi, cresce grazie alla luce del sole e all’acqua, e immagazzina anidride carbonica, sottraendola all’atmosfera. Questo significa che ogni mobile in legno, ogni casa in legno, ogni oggetto in legno è anche un piccolo contributo alla lotta contro i cambiamenti climatici, perché trattiene il carbonio e rilascia ossigeno. In un’epoca segnata da allarmi sempre più pressanti sulle emissioni e sul surriscaldamento globale, riscoprire il legno come alleato è un atto di responsabilità verso noi stessi e le generazioni future.
Ma il legno è molto di più. È bellezza naturale, è versatilità, è un linguaggio universale che parla attraverso le venature, i nodi, i colori caldi che cambiano col tempo e raccontano storie diverse. Nella nostra cultura mediterranea, il legno è da sempre compagno fedele: lo troviamo nelle botti che custodiscono il vino, nelle barche dei pescatori, nei soffitti a cassettoni delle chiese e nei portoni monumentali che hanno visto passare secoli di storia. Ogni pezzo di legno è unico, e proprio questa unicità lo rende così prezioso agli occhi di artigiani e designer.
La International Wood Culture Society (IWCS), promotrice dell’evento, invita a guardare al legno non solo come a un materiale da usare, ma come a un patrimonio culturale da conoscere e rispettare. “Wood is Good” è lo slogan che accompagna ogni edizione della Giornata Mondiale del Legno, ricordandoci che vivere il legno significa anche fare scelte più sostenibili. Scegliere legno certificato, proveniente da foreste gestite in modo responsabile, è un modo concreto per proteggere la biodiversità e garantire che le foreste possano continuare a rigenerarsi, offrendo ossigeno, habitat e materie prime.
In molte regioni del mondo, la Giornata Mondiale del Legno è diventata anche un’occasione per fare turismo, scoprire le tradizioni locali legate alla lavorazione del legno, visitare botteghe artigiane, partecipare a workshop. In Italia, basti pensare alle valli alpine dove la falegnameria è un’arte tramandata da generazioni, o ai distretti industriali dove la creatività si unisce alla precisione tecnica per realizzare mobili apprezzati in tutto il mondo. Sono esperienze che parlano al cuore e alla mente, perché il legno è un materiale che si lascia toccare, annusare, guardare, ascoltare perfino, quando scricchiola sotto i passi o quando una chitarra lo trasforma in musica.
Celebrarlo significa anche ricordare il ruolo sociale ed economico che il legno ha in tante comunità. In alcuni paesi, l’industria del legno è la spina dorsale dell’economia locale. Più la filiera si basa su principi di sostenibilità, più diventa un modello virtuoso, capace di generare reddito senza impoverire le risorse. Il legno, se ben gestito, è una materia prima rinnovabile, molto diversa da tante risorse minerarie o energetiche non replicabili. Questo è un concetto chiave per chi immagina un futuro fondato sull’economia circolare, dove nulla si spreca e tutto si rigenera.
Ecco perché la Giornata Mondiale del Legno è anche educativa: nelle scuole, ad esempio, si possono organizzare laboratori dove i bambini imparano a riconoscere le essenze, a capire come nascono i mobili o i giocattoli. È un modo per trasmettere il rispetto per la natura e per la materia, abituando i più piccoli a vedere negli oggetti non qualcosa di usa e getta, ma il risultato di una storia lunga e preziosa. Imparare che il legno viene dagli alberi e che gli alberi sono esseri viventi che impiegano anni, decenni, a crescere, aiuta a sviluppare una coscienza ecologica più profonda.
In fondo, la stessa architettura moderna sta riscoprendo il legno come elemento portante. Non è un caso che molte città puntino su edifici in legno lamellare o cross-laminated timber, capaci di unire solidità e leggerezza, bellezza e resistenza ai terremoti, sostenibilità e comfort abitativo. Le case in legno hanno un impronta carbonica decisamente più bassa rispetto a quelle in cemento e offrono un microclima naturale, regolando umidità e temperatura in modo spontaneo.
Ci sono poi aspetti culturali affascinanti: in Giappone, la tradizione del miyadaiku ha trasformato la carpenteria in un’arte sacra, con templi costruiti senza un solo chiodo metallico, dove ogni incastro è frutto di una conoscenza millenaria. In Africa, il legno è materia per maschere che portano con sé miti e riti. In Scandinavia, le antiche chiese di legno (stavkirke) sono testimoni di una spiritualità che si fonde con la natura. Ogni cultura ha il suo modo di parlare col legno, di celebrarne la forza e la duttilità, di farlo vivere oltre l’albero.
Per questo, il 21 marzo è molto più di un appuntamento sul calendario. È un invito a scoprire il legno nel nostro paesaggio quotidiano e nelle culture lontane, a chiederci da dove viene ciò che usiamo e come possiamo fare scelte più consapevoli. Anche solo visitare un bosco, abbracciare un tronco, osservare la luce che filtra tra i rami è un modo per celebrare questa giornata, riconnettendoci a un ritmo più lento e autentico.
Ogni gesto conta. Che sia comprare un mobile artigianale invece di un prodotto industriale anonimo, partecipare a un corso di intaglio, o semplicemente insegnare ai bambini a piantare un albero. Così si onora la Giornata Mondiale del Legno, trasformandola in un’esperienza che dura ben oltre il 21 marzo. Perché il legno ci accompagna sempre, e sta a noi decidere se farne un alleato o un testimone silenzioso della nostra indifferenza.
In un’epoca in cui si parla tanto di transizione ecologica, il legno è un ponte naturale tra tradizione e innovazione. Non è solo un materiale del passato, ma un protagonista del futuro. Con le tecnologie moderne possiamo valorizzarlo ancora di più: dal recupero delle segature per creare biocarburanti, alle stampanti 3D che usano paste di legno per costruire oggetti complessi, fino alla ricerca sulle case passive che impiegano solo legno e materiali naturali. Così il legno diventa la risposta concreta a molte delle paure che ci accompagnano: l’esaurimento delle risorse, il collasso climatico, la perdita di identità culturale.
E allora, “Wood is Good” non è solo uno slogan, ma una filosofia. È il modo con cui possiamo tornare a un equilibrio più giusto con il pianeta, scegliendo materie prime che rispettano i tempi della natura e raccontano storie fatte di sole, pioggia, vento e terra. Il legno è un pezzo del nostro presente che ci lega a un passato ricchissimo e ci proietta verso un futuro che ha urgente bisogno di più radici e meno plastica.