Giornata Internazionale delle foreste

Giornata Internazionale delle foreste

Giornata Internazionale delle Foreste: un inno alla vita del nostro Pianeta

Ogni anno, il 21 marzo, si celebra la Giornata Internazionale delle Foreste, un’occasione simbolica e concreta per riflettere sul valore insostituibile delle foreste, quei grandi polmoni verdi che non solo regolano il clima e ci offrono ossigeno, ma custodiscono un patrimonio di biodiversità, di culture, di storie e di speranze. È una giornata che non dovrebbe ridursi a una semplice ricorrenza sul calendario, ma diventare uno stimolo a ripensare il nostro rapporto con la natura, a riconoscere la centralità degli ecosistemi forestali e la loro influenza diretta sul benessere di tutti noi, abitanti di questo fragile pianeta.

Le foreste coprono circa un terzo delle terre emerse del globo e sono la casa dell’80% delle specie terrestri di animali, piante, insetti e microrganismi. In esse vivono circa 300 milioni di persone che dipendono direttamente dalle foreste per la loro sopravvivenza: popolazioni indigene, comunità rurali, famiglie di contadini e allevatori che da secoli intrecciano la loro vita con quella degli alberi, dei fiumi e dei suoli. Ma le foreste sono vitali anche per chi, come la maggior parte di noi, vive in città e magari non mette piede in un bosco da anni. Questo perché esse regolano il ciclo dell’acqua, prevengono le frane e le alluvioni, riducono l’erosione del suolo, assorbono il biossido di carbonio, mitigano il riscaldamento globale e filtrano l’aria che respiriamo.

La deforestazione, però, continua a ritmi spaventosi. Ogni anno perdiamo circa 10 milioni di ettari di foreste, equivalenti a quasi un terzo della superficie dell’Italia. Questa distruzione è causata soprattutto dall’espansione agricola incontrollata, dagli allevamenti intensivi, dalle estrazioni minerarie, dall’urbanizzazione disordinata e dai cambiamenti climatici stessi che generano incendi più frequenti e devastanti. Il risultato è una perdita inestimabile di habitat, di carbon sink naturali, di specie viventi. E con loro perdiamo anche opportunità economiche sostenibili: il settore forestale potrebbe infatti generare reddito, lavoro dignitoso e resilienza per milioni di persone, se gestito in modo responsabile.

Non sorprende allora che l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, nel 2012, abbia istituito ufficialmente la Giornata Internazionale delle Foreste, fissandola al 21 marzo, proprio all’inizio della primavera nell’emisfero settentrionale, un periodo simbolo di rinascita, fioritura e nuova vita. Questa giornata ha lo scopo di aumentare la consapevolezza sull’importanza di tutti i tipi di foreste e sugli alberi al di fuori delle foreste. Ogni anno viene proposto un tema differente, per approfondire uno degli infiniti legami tra foreste e vita umana: dalle foreste e la salute, alle foreste e l’istruzione, dalle foreste come barriere contro le pandemie, alle foreste come chiave per una economia verde.

Uno degli aspetti più rilevanti che spesso trascuriamo è proprio il legame tra foreste e salute. Numerosi studi hanno dimostrato che trascorrere del tempo in ambienti naturali, e in particolare nei boschi, riduce i livelli di cortisolo, abbassa la pressione arteriosa, migliora l’umore e rinforza il sistema immunitario. In Giappone questa pratica si chiama “Shinrin-yoku”, ovvero “bagno nella foresta”, e viene prescritta dai medici come vera e propria terapia preventiva e complementare. Ma la salute va ben oltre il nostro benessere psicofisico individuale. Foreste sane, ricche di biodiversità, sono barriere naturali contro la diffusione di virus e parassiti. La distruzione degli habitat spinge specie animali a entrare in contatto più stretto con l’uomo, aumentando il rischio di spillover, ovvero il passaggio di patogeni dagli animali agli esseri umani. Preservare le foreste significa quindi ridurre anche il rischio di future pandemie.

Non dobbiamo dimenticare poi che le foreste giocano un ruolo cruciale nel raggiungimento degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile fissati dall’ONU. Dal contrasto alla fame (garantendo cibo, medicinali naturali e materiali da costruzione) alla lotta alla povertà (creando reddito e lavoro), dalla parità di genere (in molte comunità le donne sono custodi tradizionali delle foreste) fino all’azione per il clima e alla protezione della vita terrestre. Investire nella educazione forestale, formare nuove generazioni di agronomi, silvicoltori, ecologisti, ma anche di cittadini semplicemente più consapevoli, è una delle strade più dirette per tutelare i nostri patrimoni verdi.

Ecco perché il 21 marzo non si limita a una celebrazione simbolica. In questa data governi, scuole, associazioni, enti locali, ma anche gruppi di amici e famiglie organizzano attività che hanno lo scopo di coinvolgere la comunità. Si piantano nuovi alberi, si allestiscono mostre fotografiche e artistiche dedicate ai paesaggi forestali, si svolgono dibattiti pubblici e conferenze scientifiche, si organizzano escursioni guidate e laboratori didattici per i più piccoli. I social media si riempiono di immagini e messaggi che raccontano l’importanza delle foreste, invitando tutti a un gesto concreto, anche piccolo, ma carico di significato.

Chi non può partecipare a eventi pubblici può fare molto anche da casa. Guardare un documentario sulle grandi foreste pluviali o sui boschi del proprio Paese, leggere un libro che racconti storie di alberi e uomini, scattare una foto del proprio parco cittadino e condividerla con un pensiero di gratitudine verso la natura. Oppure si può semplicemente parlare con i propri figli o nipoti di quanto sia prezioso il patrimonio forestale, perché la coscienza ambientale si costruisce sin da bambini, nelle piccole conversazioni quotidiane.

Il futuro delle foreste è strettamente legato al nostro futuro. Entro il 2030, si prevede che la popolazione mondiale toccherà quota 8,5 miliardi di persone. Questo significherà una pressione crescente sulle risorse naturali, incluso il legno per costruire e riscaldare, le superfici agricole strappate alle foreste per produrre cibo e mangimi, i territori destinati a infrastrutture e città. Eppure proprio le foreste sono la nostra assicurazione sulla vita contro i cambiamenti climatici, perché assorbono circa 2 miliardi di tonnellate di CO2 ogni anno. Senza un loro recupero e una loro gestione oculata, i nostri sforzi per limitare il riscaldamento globale rischiano di essere vani.

Molte iniziative internazionali stanno provando a invertire la rotta. Dalla Bonn Challenge, che punta a ripristinare 350 milioni di ettari di paesaggi forestali degradati entro il 2030, al New York Declaration on Forests, che cerca di dimezzare la perdita netta di foreste entro il 2020 e fermarla del tutto entro il 2030. Anche progetti locali, come la creazione di corridoi ecologici, la tutela dei boschi vetusti e la riforestazione urbana, stanno dando contributi importanti.

Alla fine, però, tutto parte da noi. Dal nostro sguardo che si sofferma su un albero e comprende che lì, in quel tronco, in quelle radici, in quelle foglie che danzano al vento, si concentra un intero universo di vita. Dal nostro scegliere carta riciclata, alimenti provenienti da filiere sostenibili, legno certificato FSC o PEFC, dal nostro sostenere le organizzazioni che proteggono le foreste, dal nostro votare per politiche pubbliche che mettano davvero al centro il capitale naturale.

Perché la Giornata Internazionale delle Foreste è un promemoria potente: senza foreste non c’è futuro. È un invito a rimettere la natura al cuore delle nostre scelte economiche, sociali e persino spirituali. A riconoscere che un albero piantato oggi è un atto di fiducia nel domani. Che un bosco tutelato è un atto d’amore verso chi verrà dopo di noi. Che la vita sulla Terra è un tessuto delicatissimo e interconnesso, di cui noi siamo solo una piccola parte.

 

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