Patto tra la «Federico II Onlus» e il Consolato tunisino

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Il progetto è ambizioso. Tanto che potrebbe cambiare il volto economico, sociale e culturale di un territorio per molto tempo saccheggiato e deriso dallo strapotere delle altre province limitrofe. Un territorio messo all’angolo e incapace di divenire protagonista per l’incapacità di una classe politica con personalità ridotta rispetto alla maggiore scaltrezza della deputazione catanese, messinese e siracusana. Persino Enna ha dato lezioni strategiche per lo sviluppo del territorio nell’ultimo quinquennio.

Presa coscienza di questa cruda realtà, con questo spirito fattivo nasce il progetto di cooperazione presentato dall’Irsac Federico II Onlus, di ci è presidente Nunzio Lauretta, storico e docente universitario a Palermo, che coinvolge vari partner dei Paesi del Mediterraneo. La natura del partenariato si basa su principi culturali e solidaristici.

Le basi di questo progetto sono state gettate presso la sede del Caec di Comiso. Con una presenza autorevole e di prestigio. Il console generale della Repubblica Tunisia a Palermo Ben Mansour Alderrahmen, che ha promesso tutta la collaborazione possibile per la riuscita del progetto affinché «la finestra tunisina e quella siciliana che s’affacciano sul Mediterraneo, siano collegate dal lungo ponte della cooperazione attraverso un reciproco scambio di esperienze a tutti i livelli: culturali, linguistici, sociali ed economici».

Il professore Nunzio Lauretta, l’ideatore del progetto, ha già incassato parecchi sì per la buona riuscita dello stesso. «Il nostro obiettivo è di mettere in rete tutte le energie possibili, attraverso la collaborazione di privati, per creare le condizioni didattico-culturali che allo stato attuale mancano e per valorizzare tutta l’area del Mediterraneo, dalla quale è nata la storia mondiale».

Fra i partners che hanno sposato il progetto, Salvatore Inicorbaf, consulente di Direzione in ambito bancario e finanziario, il quale ha parlato, nel suo intervento, della «fattibilità del progetto di partenariato nel contesto euro-mediterraneo; alla ricerca di fattori di crescita e di sviluppo per la Tunisia e la Sicilia».

A beneficiare di una simile strategia, certamente l’integrazione siculo-tunisina, che a detta del preside Giuseppe Tumino, «nasce e muore dentro una classe scolastica». E considerato che Ragusa, ha detto il dirigente scolastico, facendo le giuste proporzioni fra abitanti e presenza di immigrati in età scolare con le altre province risulta essere la prima in Sicilia, ecco che occorrono più fondi e risorse per favorire i mediatori culturali. Altrimenti non ci sarà mai integrazione.

La presenza del sindaco di Comiso Giuseppe Alfano, di quello di Santa Croce Lucio Schembari e del presidente della Provincia Franco Antoci all’incontro con il console tunisimo, dimostra quanto gli enti locali siano interessati e lusingati dal progetto della Federico II Onlus. Il politico lungimirante che ama il proprio territorio, che non si ferma alla strada dissestata, parimenti importante, e guarda al di là del proprio naso, pregusta un’occasione storica.

Il progetto arriva proprio mentre si contano i giorni per il primo volo dal «Vincenzo Magliocco». La distanza fra Tunisi e Comiso s’accorcia a 20 minuti. Commercio, turismo, immigrazione, scambi culturali ed economici. E poiché l’immigrazione è un fenomeno ormai consolidato, inutile pensare di soffocarlo con la repressione. Meglio gestirlo per il bene di tutti. Sante parole quelle del console. «L’immigrazione clandestina si ferma con la cooperazione non con la polizia».

Fonte: Corriere di Ragusa


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