NUOVI SPIRAGLI DI RISARCIMENTO
Bankitalia e Consob inefficaci. Questo, in sostanza, il contenuto fondamentale della relazione finale della Commissione d’Inchiesta sulle banche, passata il 30 gennaio con 19 voti favorevoli (PD e centristi), 15 contrari e 6 assenze.
Sfumata, dunque, la possibilità di una relazione unitaria sulla spinosa questione dei dissesti bancari italiani, la relazione, secondo il Presidente della bicamerale d’inchiesta, Pierferdinando Casini, è stata “seria, decisa e allo stesso tempo equilibrata, non elettorale che risponde agli obiettivi istituzionali che la commissione aveva nel suo oggetto istitutivo…un mezzo miracolo”.
A prescindere dalle inevitabili polemiche politiche, particolarmente accese dal clima di campagna elettorale, emerge chiaramente la carenza delle attività di vigilanza sia di Consob che di Banca d’Italia, aggravate dalla poca collaborazione e scambio di informazioni tra i due organismi.
Nella relazione di maggioranza si legge che “appare opportuno valutare la previsione di allargare a Banca d’Italia i poteri investigativi già riconosciuti a Consob dal TUF e quindi, tra l’altro, il potere di utilizzare la polizia giudiziaria per effettuare accessi, ispezioni e perquisizioni” nonché “garantire costanti ed efficaci scambi di informazioni tra le Autorità di vigilanza nazionali”.
Non sono emerse responsabilità e, nel balletto di accuse e controaccuse tra partiti politici, ai risparmiatori raggirati non resta che attivarsi per tutelare i propri lesi diritti .
Uno spiraglio in tal senso si è aperto nei giorni scorsi quando il Gup del Tribunale di Roma, Lorenzo Ferri, ha ammesso Intesa San Paolo come responsabile civile al procedimento che vede imputati di ostacolo alla vigilanza e aggiotaggi gli ex vertici delle banche venete acquisite da Banca Intesa. Questo si è reso possibile grazie alla richiesta presentata dall’avvocato Matteo Moschini, che rappresenta circa 600 ex azionisti di Veneto Banca. Secondo il giudice, sussisterebbe la responsabilità del cessionario, in forza dell’articolo 2560 del codice civile, che regola le cessioni d’azienda. Tutto ciò, nonostante il decreto di trasferimento delle due banche a Intesa preveda l’esclusione del passaggio di debiti, responsabilità e passività derivanti dalle operazioni di commercializzazione di azioni od obbligazioni subordinate e convertibili delle vecchie banche.
Ovviamente Banca Intesa, come già dichiarato, “non mancherà di difendersi in ogni sede e di esercitare ogni suo diritto legale e contrattuale”.
Nuovi spiragli di risarcimento per i risparmiatori ingannati e traditi, dunque. Mentre le associazioni di consumatori esultano, pensiamo che un altro passo importante sia stato fatto nel difficile cammino per fare giustizia nel filone delle purtroppo tante, tristi e spesso tragiche truffe bancarie.